Nel 1665 fu rinvenuto nel giardino del convento domenicano della chiesa di Santa Maria sopra Minerva un obelisco egizio di granito rosa, appartenente all’antico tempio di Iside e Serapide in Campo Marzio, del 43 a.C.. Papa Alessandro VII (Fabio Chigi 1655-1667) volle che il piccolo obelisco con geroglifici (alto m.5,56) fosse collocato davanti alla chiesa di S. Maria sopra Minerva. La scelta di un piccolo elefante a sostegno, suggerita dallo stesso papa, fu ispirata dal racconto del domenicano Francesco Colonna, l’Hypnerotomachia Poliphili (Il sogno di Polifilo), pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1499. Nel libro, ricco di spunti alchemici e di complesso simbolismo, il protagonista incontra infatti un elefante di pietra (rappresentazione dell’anima razionale della filosofia platonica) che trasporta un obelisco. A Gian Lorenzo Bernini, che aveva progettato per l’obelisco il solo sostegno delle zampe dell’elefante, fu imposto di colmare il vuoto per rendere il sostegno più stabile e più aderente al modello letterario. La scultura, eseguita da Ercole Ferrata nel 1667, fu così coperta da una gualdrappa decorata con la quercia e i monti, impresa del papa Chigi, che mascherava il cubo di sostegno.
Autori: Bernini Gian Lorenzo (1598-1680), Ferrata Ercole (1610-1686).
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L'obelisco
Nel 1665 fu rinvenuto nel giardino del convento domenicano della chiesa di Santa Maria sopra Minerva un obelisco egizio di granito rosa, appartenente all’antico tempio di Iside e Serapide in Campo Marzio, del 43 a.C.. Papa Alessandro VII (Fabio Chigi 1655-1667) volle che il piccolo obelisco con geroglifici (alto m.5,56) fosse collocato davanti alla chiesa di S. Maria sopra Minerva. La scelta di un piccolo elefante a sostegno, suggerita dallo stesso papa, fu ispirata dal racconto del domenicano Francesco Colonna, l’Hypnerotomachia Poliphili (Il sogno di Polifilo), pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1499. Nel libro, ricco di spunti alchemici e di complesso simbolismo, il protagonista incontra infatti un elefante di pietra (rappresentazione dell’anima razionale della filosofia platonica) che trasporta un obelisco. A Gian Lorenzo Bernini, che aveva progettato per l’obelisco il solo sostegno delle zampe dell’elefante, fu imposto di colmare il vuoto per rendere il sostegno più stabile e più aderente al modello letterario. La scultura, eseguita da Ercole Ferrata nel 1667, fu così coperta da una gualdrappa decorata con la quercia e i monti, impresa del papa Chigi, che mascherava il cubo di sostegno.
Autori: Bernini Gian Lorenzo (1598-1680), Ferrata Ercole (1610-1686).
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Nel 1665 fu rinvenuto nel giardino del convento domenicano della chiesa di Santa Maria sopra Minerva un obelisco egizio di granito rosa, appartenente all’antico tempio di Iside e Serapide in Campo Marzio, del 43 a.C.. Papa Alessandro VII (Fabio Chigi 1655-1667) volle che il piccolo obelisco con geroglifici (alto m.5,56) fosse collocato davanti alla chiesa di S. Maria sopra Minerva. La scelta di un piccolo elefante a sostegno, suggerita dallo stesso papa, fu ispirata dal racconto del domenicano Francesco Colonna, l’Hypnerotomachia Poliphili (Il sogno di Polifilo), pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1499. Nel libro, ricco di spunti alchemici e di complesso simbolismo, il protagonista incontra infatti un elefante di pietra (rappresentazione dell’anima razionale della filosofia platonica) che trasporta un obelisco. A Gian Lorenzo Bernini, che aveva progettato per l’obelisco il solo sostegno delle zampe dell’elefante, fu imposto di colmare il vuoto per rendere il sostegno più stabile e più aderente al modello letterario. La scultura, eseguita da Ercole Ferrata nel 1667, fu così coperta da una gualdrappa decorata con la quercia e i monti, impresa del papa Chigi, che mascherava il cubo di sostegno.
Autori: Bernini Gian Lorenzo (1598-1680), Ferrata Ercole (1610-1686).
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